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Storia di un mio amico e sua zia

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Babes

Storia di un mio amico e sua ziaAvevo 18 anni e quel giorno non avevo affatto voglia di andare a scuola. Mia zia (allora 30enne), era una persona che mi copriva e mi aiutava sempre nelle dispute con i miei genitori nelle solite questioni giovanili, quindi l’ adoravo, anche (direi soprattutto) perchè aveva (ancora le ha, nonostante l’ età) delle gambe stratosferiche, che lei inguainava sempre con calze finissime rette da reggicalze (eh si, quando potevo spiavo anche nei suoi cassetti), che a me facevano letteralmente uscire di senno;lei mi faceva ricordare in continuazione la situazione vista nel negozio di intimo, però era sposatissima e mai avrei immaginato che potesse accadere quello che segue. Dunque, quel giorno mi reco da lei alla piccola reception dell’ alberghetto che gestiva insieme al marito e giro dietro al banco (molto stretto e questo fatto determinerà la mia felicità). Mi chiese come andava, come mai non ero andato a scuola, mi rimproverò bonariamente, ma poi mi disse che era contenta che ero lì a tenerle un pò di compagnia. Non era passata neanche un’ oretta da quando mi ero presentato lì da lei, che all’ improvviso vedo che, guardando fuori dell’ ingresso, fa una faccia stupita e di colpo mi dice: “I tuoi genitori, stanno attraversando la strada, stanno entrando qui!!!” Anche lei sapeva il casino che sarebbe successo se mi avessero trovato lì, quindi prontamente mi dice:” Mettiti giù, abbassati dietro di me, il bancone è stretto ma è alto, se stai zitto andrà tutto bene!” Io eseguii, mentre mia zia, al banco, simulava con i miei genitori frasi di circostanza, ma mi resi conto ben presto che mi trovavo stretto con la schiena al mobile di legno che più in alto conservava la rastrelliera delle chiavi, e davanti a me avevo la visione celestiale delle gambe di mia zia inguainate con calze color castoro finissime con il tallone rinforzato e la riga dietro (era la fine degli anni 60). Cominciai a non capire più niente, sudavo freddo (e non certo perchè a tre metri da me c’ erano i miei genitori), sentii subito il mio canlı bahis uccello premere, incontrollato, contro le mutande; mi dissi che non c’ era niente di male (visto che, data la situazione, mia zia era praticamente immobilizzata) se mi tiravo fuori il cazzo e mi smanettavo un pò davanti a quelle gambe che si ergevano a qualche centimetro di distanza. Iniziai a menarmelo decisamente quando, spostando leggermente la gamba, mia zia urtò leggermente con la gamba la mia cappella grossa ed arrossata, ma (credo), non si rese subito conto della situazione. Al sentire quel breve e leggero struscìo, caddero tutte le mie remore, ed in un attimo pensai: “Vada come vada”; mi avvicinai di quel paio di centimetri e cominciai dolcemente ma decisamente a strusciare il mio cazzo sulle gambe inguainate, partendo dalla caviglia (dove c’era il rinforzo del tallone) e fino su al polpaccio, seguendo la riga delle calze, come se davvero seguissi la via maestra. A quel punto lei, resasi conto della situazione, non volle tradirmi (sarebbe davvero successo il finimondo se i miei mi avessero trovato col bigolo fuori a far quella roba!), ed accettò la pratica, continuando a reggere il gioco con i miei. Mio padre e mia madre si trattennero ancora un quarto d’ ora, mentre nel frattempo, continuando ora su una gamba, ora sull’ altra la pratica descritta, toccai con mano il paradiso. Giusto quando i miei genitori stavano varcando la soglia del piccolo albergo, all’ ennesima strusciata di cazzo su quelle gambe e calze da sogno, esplosi in una sborrata inverosimile sulle sue calze, e mentre lei si stava girando esclamai estasiato: “Omsa, che gambe!!!” A quel punto credevo che mi avrebbe cazziato e cacciato di lì in men che non si dica, invece, mentre la sborra le colava sulle calze, mi disse, stupita: “Anche tu la fotocopia di tuo zio, che sta sempre ad armeggiare sulle mie gambe e le mie calze, ma allora è un vizio di famiglia!!!” Poi mi disse, mentre si asciugava la sborra sulle calze, che sorvolava su quello che era successo in quanto aveva fatto piacere bahis siteleri anche a lei, ma mi fece giurare che mai nessuno ne doveva venire a conoscenza, cosa che prontamente feci, contento fino al settimo cielo. In realtà accadde solo un’ altra volta e mai più.Circa un mesetto dopo il fatto raccontato, la sera, ogni qualvolta che a Carosello (chi ha meno di 30/35 anni neanche lo ricorda Carosello) andava in onda la pubblicità delle calze Omsa, la zia cercava il mio sguardo complice (lei abitava all’appartamento sopra il mio e spesso scendeva da noi per vedere la TV tutti insieme), sorridendo leggermente con una smorfia appena accennata. Figuratevi come mi veniva duro al solo vedere quelle sue gambe accavallate e quelle calze favolose, con il classico rumorino tipo “swing” delle calze quando la zia cambiava lato di accavallo, e con il pensiero che subito correva a quanto era accaduto un mesetto circa prima. Fatto sta che un giorno, mentre i miei erano fuori ed anche lei era sola (il marito era alle prese con i fornitori dell’ albergo), mi chiamò su in casa sua, mi offrì un caffè e disse che aveva una sorpresa per me, oltre al fatto che avrei dovuto esprimere un parere su una certa questione. Gli chiesi subito, un pò imbarazzato quale fosse la sorpresa e lei, fissandomi, tirò fuori un registratore a nastro (di quelli che si usavano una volta) e mi disse di seguirla in camera da letto. Già il luogo dell’ invito provocò una decisa protuberanza nei miei pantaloni, quindi mi chiese: “Secondo te, sarei adatta a fare la pubblicità delle calze?” Il viso mi era diventato paonazzo ed il cazzo durissimo, mentre, balbettando, esclamavo:” Figurati, sembri nata per quello!” “Ed allora vediamo se è vero!” Aprì un cassetto del suo comò stracolmo di calze sensualissime, tra le quali la facevano da padrone le Omsa “Prestige” e mi pare, le “Femminissima”. “Ora dovrai giudicare” mi disse, e schiacciò il tasto facendo partire il nastro, sul quale aveva inciso i motivi della pubblicità delle Omsa come il “Dadaumpa” e l’ altro motivetto (sempre güvenilir bahis cantato dalle Kessler) che faceva: “La donna chic se vuole in tutti provocare uno choc, un’arma dura ed infallibile avrà e l’arma eccola qua, madames voilà. Calze Omsa”, che gli uomini dai cinquant’ anni in su ricorderanno bene; mentre questi motivetti andavano con me impietrito sul letto ed il cazzo in ebollizione, mia zia aveva scartato un paio di quelle calze favolose e lentamente le stava indossando, facendo attenzione che il reggicalze si agganciasse perfettamente alla calza. “Vieni qui, dietro di me e dimmi se la qualità di queste calze è buona!” mi sussurrò. Eravamo ora davanti allo specchio verticale del suo armadio, quindi vedevo riflessa la scena di mia zia leggermente piegata in avanti ad aggiustarsi le calze ed io inginocchiato dietro di lei, come mi aveva chiesto. “oooh, ma sono stupende queste calze, dissi io, passando il palmo della mano dalla caviglia fino alla coscia”. Allora con fare da vera troia, mi chiese: “…. e tu che cosa vorresti fare su queste calze che velano le mie gambe?” allora, senza esitare, con l’ uccello già fuori, esclamai: “Ti faccio….. Omsa, che gambe!”, cominciando a strusciarglielo su e giù dalla caviglia fino stavolta alla coscia alta, dove la calza si aggancia al reggicalze, ripetendole in continuazione: “Zia….. che gambe e che calze…..Omsa!”. Lei, in piedi si muoveva appena sinuosamente per assecondare il percorso del cazzo sulle sue cosce, quindi, si beccò una paurosa cas**ta di sborra su quelle calze appena messe.Non scorderò per tutta la vita queste due occasioni, vera quint’essenza dell’ erotismo per chi, come me ama le calze, e quint’essenza della troiaggine (di classe s’ intende) da parte di mia zia. In seguito, partì e stette fuori molto tempo per questioni familiari del marito e non ebbi più occasioni di “incontrarmi” con lei. Quando, una quindicina di anni dopo ritornò, non ci fu mai più nessun riferimento a quei fatti ed ogniuno fece la sua vita; ma ancora fino ad una decina di anni fa, incrociandola e vedendo quelle gambe che avevano perso pochissimo del loro fascino, non nascondo che mi sono masturbato con una calza pensando a quelle meravigliose strusciate ed alla mia sborra che, allegra, le innaffiava le calze.

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